Dal Partito Democratico italiano ci raggiunge questa notizia, seguita da un lungo dibattito: il Brasile è un partner strategico per l’Italia. Lo ha sottolineato oggi, 29 settembre 2014, la vicepresidente della Camera Marina Sereni nel suo intervento introduttivo all’incontro “Verso le elezioni presidenziali in Brasile, continuità o cambiamento?”, organizzato a Montecitorio nell’imminenza delle consultazioni brasiliane che si svolgeranno dal 5 al 26 ottobre. La presidente della Commissione di collaborazione parlamentare Italia-Brasile si è recata all’inizio del mese a Brasilia e San Paolo per alcuni proficui incontri: “Quello che succederà tra qualche giorno, al termine del primo turno elettorale–ha spiegato la Sereni introducendo il convegno–è che quasi sicuramente arriveremo a un testa a testa tra due candidate: la presidente in carica Dilma Rousseff e la sfidante Marina Silva”.
E ha proposto tre titoli per la riflessione:
1) Cos’è diventato il Brasile in questi 10 anni che hanno visto Lula e Rousseff alla guida del Paese?
2) Cosa sta accadendo in questa campagna elettorale?
3) Quali rapporti tra Italia e Brasile per il futuro?
“In Italia–spiega Sereni–c’è un’appassionata attenzione che conferma i legami strettissimi tra i nostri due Paesi in tutti i campi: sociale, culturale, economico e politico-istituzionale. Anche i rispettivi Parlamenti hanno profonde e consolidate relazioni, facilitate dalla presenza in Italia di parlamentari eletti nella circoscrizione estero Brasile-Sud America e di moltissimi esponenti con origini italiane nelle assemblee legislative brasiliane. Tutto ciò è un patrimonio che non possiamo disperdere e che, anzi, dobbiamo valorizzare e rafforzare”. Ha quindi sottolineato che chiunque vinca le prossime elezioni in Brasile, “e molto probabilmente sarà una donna”, non potrà eludere due punti “la lotta alla povertà e la grande domanda di cambiamento presente nel paese in diversi strati della popolazione”. Ha ribadito i forti legami tra l’Italia e il Brasile anche il sottosegretario agli Esteri Mario Giro che nel suo intervento ha ricordato i 300 mila brasiliani con nazionalità italiana e il solido rapporto di collaborazione in tanti campi tra i due Paesi. Le imminenti elezioni saranno, secondo Giro, “una sfida tra donne tutta a sinistra” (tra Dilma Rouseff e Marina Silva), e chiunque vincerà “si troverà davanti la sfida economica e quella della riforma istituzionale che darebbe l’avvio ad una ricomposizione politica” necessaria in Brasile.
Sullo stato attuale della crisi brasiliana, la Sereni ha sottolineato: “Proprio la crescita della classe media, frutto delle politiche dei governi Lula e Rousseff, ha reso ancora più stringenti le domande di servizi migliori, di sicurezza e qualità della vita nelle grandi aree urbane. Chiunque governerà il Brasile dovrà dunque da un lato continuare le politiche di inclusione sociale e dall’altro saper interpretare questa forte domanda di cambiamento”.
Alla presidente Dilma Rousseff l’area politica affine al governo rimprovera l’assenza di una dimensione politica, una scarsa capacità di narrazione, un atteggiamento eccessivamente tecnocratico. La critica degli avversari, invece, riguarda l’eccesso di intervento in economia e l’incapacità di affrontare le ragioni interne del rallentamento della crescita. Tutti gli interlocutori hanno sottolineato la grande sfiducia verso la politica, non solo per gli scandali e la corruzione, ma anche all’inefficienza del sistema politico brasiliano, segnato da un’enorme frammentazione e da scarso ricambio delle classi dirigenti. Da qui la relativa novità rappresentata da Marina Silva che, accanto ai suoi temi più tradizionali – l’ambiente e la lotta alla povertà – propone una ricetta ortodossa in economia: meno Stato per far ripartire la crescita, e la promessa di riforme politiche.
“La centralità del tema delle riforme politico-istituzionali in Brasile accende un certo interesse anche verso il nostro dibattito e le riforme in discussione nel nostro Paese. D’altro canto, aldilà delle incertezze legate alla prossima scadenza elettorale–ha concluso la Sereni–è stato chiarissimo nella nostra visita il fatto che il Brasile è e resterà un partner strategico per l’Italia. I numeri della cooperazione economica e della presenza delle nostre imprese in quel Paese ci dice che c’è già molta Italia in Brasile ma anche che c’è molta voglia d’Italia in Brasile. A prescindere da chi governerà il Planalto dopo il 26 ottobre, dovremo tornare a lavorare su questo”.