Recensione di ROMINA CIUFFA – Concerto di CHIARA CIVELLO con NICOLA CONTE, “Canzoni” – Roma, 14 dicembre 2014, Auditorium Parco della Musica
La nonna in prima fila: questa è, innanzitutto, Chiara Civello. Auditorium Parco della Musica, 14 dicembre 2014, data attesissima, e c’è Bianca ad ascoltare la sua nipotina cantare le sue “Canzoni”. Che non sono le sue, ma di altri: il nuovo album di Chiara la romana, ispirato interamente all’idea brasiliana del “fare omaggio” e riproporre, a propria interpretazione, dei grandi successi – tra due dischi di inediti – piuttosto che all’idea italiana di “cover” (semplificazione di “interpretazione personale”), ha le canzoni di Vasco Rossi, Rita Pavone, Negramaro, Ennio Morricone, Subsonica, Sergio Endrigo, Vinicio Capossela, Enzo Jannacci e molti altri (17 sono le tracce del disco, prodotto da Nicola Conte, registrato in analogico tra Bari, New York e Rio de Janeiro).
Da una parte è da dire: ci vuole coraggio a proporre “Il mondo”, grande successo di Jimmy Fontana, o “Io che non vivo senza te”, di Pino Donaggio, o “Senza fine”, di Gino Paoli: gli italiani sono mammoni e queste canzoni sono delle mamme. Riascoltarle dalla voce di “un’altra” mette in moto il sistema nervoso parasimpatico, quello del restringimento delle pupille, dell’attività delle ghiandole lacrimali e salivari, della contrazione della muscolatura dei polmoni e della dilatazione dei vasi sanguigni dei genitali e delle ghiandole dell’apparato digerente, per non parlare della diminuzione del volume sistolico del cuore, della sua frequenza e della pressione sanguigna. E poi, costrizione delle coronarie, aumento della secrezione dello stomaco, inibizione degli sfinteri, mobilità delle pareti intestinali, secrezione di bile. Sfintere. Pericoloso, insomma, provocare gli ascoltatori parasimpatici. Dalla sua Chiara ha:
1) Nicola Conte, che ha prodotto e suona (chitarra) tutto il disco, ma che anche fa da angelo in questa nuova impresa della jazzista; ed Eumir Deodato (arrangiatore, tra gli altri, di Frank Sinatra, Antonio Carlos Jobim, Björk e Roberta Flack);
2) il Brasile e New York: tutto quello che ha conosciuto nel corso della sua permanenza carioca di questi ultimi anni, nei quali ha pubblicato “7752” (cui addirittura è dedicata una pagina di Wikipedia), titolo dell’album che fa riferimento proprio ai chilometri di distanza tra Rio e New York, l’altra città di casa, che ha fatto crescere Civello in un precedente arco di tempo, sufficiente per frequentare il Berklee College of Music (prosecuzione di’obbligo dopo la storia romana di imprinting al Saint Louis College of Music);
2-bis) Gilberto Gil in “Io che non vivo senza te” (Mogol), Chico Buarque in “Io che amo solo te” (Sergio Endrigo), Ana Carolina in “E penso a te” (Mogol-Battisti), Esperanza Spalding in “I mulini dei ricordi” (Enzo Janacci);
3) il Gemelli: segno zodiacale che la rende bianca e nera, come il vestito che indossa in questa nuova data capitolina, sensibile e indipendente rispetto a ciò che dice la gente, ferma e mobile rispetto ad obiettivi versatili e coraggiosi, se stessa e mille altri da interpretare, ma cominciando consapevolmente da se stessa, interpretabile, reinterpretabile, mutevole, ogni volta nuova e fenice;
4) last but not least, sua nonna Bianca. Racconta in che modo la signora Bianca ha cambiato la sua vita ed è stata responsabile della sua vita sui palchi a Rioma, nella nostra intervista: https://www.riomabrasil.com/chiara-civello-a-posto-nel-mondo/.
Con questo bagaglio e molto altro, Chiara Civello torna per questa data tra i suoi romani, proprio mentre (scelta strana) nell’altra sala suona Nathalie (Giannitrapani), la vincitrice della quarta edizione di X-Factor, che per quanto si rifaccia ad un genere diverso in realtà abbraccia in parte il medesimo pubblico che deve così scegliere fra le due, entrambe romane, quasi coetanee, con una base di pubblico minimamente simile (la cantante Diana Tejera, ad esempio, corre dalla Sinopoli alla Petrassi per ascoltare le amiche, con le quali collabora da molto tempo).
È stata definita da Tony Bennett la migliore cantante della sua generazione; Burt Bacharach ha insistito per lavorare con lei riconoscendole anzitempo “tutte le carte in regola per diventare una superstar”; Cindy Lauper ha definito il suo album d’esordio “ammaliante e fantastico”. Chiara Civello su uno dei palchi di Renzo Piano ammalia fino a concedere due bis (e per il primo sceglie “Have yourself a Merry Little Christmas”, il celebre brano natalizio proposto in una versione inedita a cui ha lavorato nelle ultime settimane, per il secondo sceglie “Arrivederci” di Umberto Bindi, con cui saluta).
Queste le prossime date confermate del tour invernale di “Canzoni”:
il 19 e 20 dicembre al Teatro Forma di Bari (con Nicola Conte Jazz Combo);
il 27, 28, 29 e 30 dicembre all’Umbria Jazz Winter di Orvieto (con Nicola Conte Jazz Combo);
il 22 gennaio al Diavolo Rosso di Asti (in solo);
il 29 gennaio al Bravo Caffè di Bologna (in trio);
il 30 gennaio al club Il Moro a Cava de’ Tirreni, Salerno (in trio)
il 5 febbraio al Verona Jazz Winter di Verona (con Nicola Conte Jazz Combo).
Il sistema parasimpatico è al sicuro, mentre è il cuore, qui, che se la passa male.
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