a cura di ROMINA CIUFFA > RIOMA presenta il Festival “RIFLESSIONI DI UN VIAGGIA(T)TORE – Il viaggio è nella mente”, Roma, Teatro Patologico, tutte le domeniche fino all’8 giugno
Giuseppe Palazzo (nella foto alla chitarra con Carla Cocco, e Stefano Indino alla fisarmonica, in un Sarau di Rioma), produttore pugliese attivo a Roma, ci presenta un nuovo sforzo della sua direzione artistica: le attività domenicali del Teatro Patologico di Roma, associazione link tra il teatro e il mondo della malattia mentale, per ragazzi con gravi problemi psichici, ora si colorano di afro-brasiliano. Dal 18 maggio, nell’ordine, invita l’Africa dei Kermesse, rifugiati politici, seguiti da Antonio Bevacqua e Maurizio Catania, quindi Badara Seck, africano di grande leva; poi il Brasile di Alfredo Paixão (vincitore di 4 Grammy e collaboratore di Pino Daniele, Laura Pausini, Vicente Amigo, Alejandro Sanz, Rosa Passos) che sarà accompagnato da un fuoriclasse della batteria jazz italiana, Roberto Gatto (il 1° giugno); e dell’Amazzonia di Felicidade Suzy, tra le interpreti favorite dalla leggenda chitarristica brasiliana Baden Powell.
Che cos’è il Festival “Riflessioni di un Viaggiat(t)ore – Il Viaggio è nella Testa…”? È un festival di Teatro – Danza – Musica – Letteratura – Incontri, nasce dall’esigenza di offrire alla proposta culturale della città di Roma, 3 settimane di appuntamenti negli spazi sul tema del ‘VIAGGIO’. Il Teatro Patologico è un contenitore culturale polivalente che dispone di una sala principale da 250 posti (concepita come grande e moderno ‘Open Space’), di un ridotto/club da 80 posti e di un grande giardino esterno attrezzato con winebar per il periodo estivo. L’idea è frutto del lavoro in sinergia di una grande squadra di giovani volontari che motivati dalla passione per il teatro e la musica e dall’altruismo per i meno fortunati, infatti è teatro stabile di una delle rare compagnie di ragazzi con disabilità mentali e fisiche, sono capitanati dal fondatore e attore internazionale Dario D’Ambrosi che ha lavorato al fianco di Anthony Hopkins, Jessica Lange, Mel Gibson…e che è una dei più importanti figure della ‘Teatroterapia’ al mondo.
Sei il direttore artistico di questo Festival, e non solo: che ti idee hanno mosso nel fare queste scelte musicali? Gli artisti invitati hanno tra loro il comune denominatore del viaggio, alcuni per quello che hanno percorso fino ad arrivare in Italia come nel caso dei rifugiati poltici di Kermesse che hanno dato vita a un progetto discografico curato dal polistrumentista calabrese Antonio Bevacqua (hanno suonato per noi il 18 maggio), altri perché ambasciatori artistici e promulgatori della musica dei loro Paesi d’origine, come nel caso del cantante Griot senegalese Badara Seck (considerato una delle più belle voci d’Africa, ha lavorato al fianco di Ennio Morricone, Mauro Pagani, Ornella Vanoni, Massimo Ranieri… ha suonato per noi il 25 maggio) oppure nel caso del bassista brasiliano Alfredo Paixão (vincitore di 4 Grammy e collaboratore di Pino Daniele, Laura Pausini, Vicente Amigo, Alejandro Sanz, Rosa Passos) che sarà accompagnato per l’occasione da un fuoriclasse della batteria jazz italiana, Roberto Gatto (insieme sul nostro palco il 1° giugno); non da ultimo affatto il caso della cantante dell’Amazzonia brasiliana Felicidade Suzy, che è stata tra le interpreti preferite della leggenda chitarristica brasiliana Baden Powell (che le ha dedicato e composto diversi brani), che suonerà per noi nella serata di chiusura, l’8 giugno.
Solo musica? La musica non basta, potremmo dire, proprio la musica ricama incroci artistici ed espressivi infiniti. La letteratura è un linguaggio, è la parola! che scritta rivive sulle labbra dell’attore, e come la musica e l’immagine, nasce per esprimere concetti ed emozioni, tutto ciò condivide spesso il palco e il gesto coompositivo da secoli ormai e quindi non potevamo prescindere ,per la composizione di un cartellone soddisfacente, dalle meraviglie della letteratura di viaggio come il ‘diario di bordo’ Africando dell’infaticabile autore,,viaggiatore e inventore Nicola Lo Re, oppure i racconti e le riflessioni sul cammino di Santiago de Compostela, visto da un punto di vista non devotamente religioso ma impressionista appunto, a cura del Prof. Felipe Bermejo Rubio dell’Instituto Cervantes di Roma. Anche il teatro è presente nel monologo di Ezio Coppa, con le musiche di Nino Bianchi, che interpreta una suite di pezzi della letteratura di tutti i tempi sul tema del viaggio.
E c’è anche uno scopo sociale… Sì. Il 50 per cento del ricavato va alle attività di Teatroterapia del Teatro Patologico, onlus che si occupa di creare un punto di contatto tra il teatro e il mondo della malattia mentale, per ragazzi con gravi problemi psichici. Attualmente è attiva una Scuola di Formazione Teatrale per ragazzi diversamente abili, alla quale si affiancano altre iniziative e progetti.
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