a cura di ROMINA CIUFFA >
Anche su SPECCHIO ECONOMICO, Settembre 2013
Il legame tra il gruppo Intesa Sanpaolo e il Brasile, rotto nel 2003, si ripristina. Daniele Fanin, rappresentando la direzione internazionale corporate della banca italiana, dichiara: «Abbiamo avviato con la Banca centrale la procedura per l’autorizzazione a riprendere l’attività operativa, che potrebbe iniziare entro la metà dell’anno prossimo». Così ha ammesso il ritorno del Paese sudamericano nel mercato internazionale, tanto da dimenticare il trascorso in soli dieci anni e sembrando un’attenzione diversa alle rivolte popolari in corso. Fino al 2003 Intesa controllava la banca Sudameris, venduta poi agli olandesi del’ ABN Amro Real, successivamente passata agli spagnoli del Santander. Dopo aver chiuso i suoi 200 sportelli, resta oggi solo una sede di rappresentanza a San Paolo: il risultato è che, assenti anche le altre banche nostrane, l’italiano si fa i conti con le banche sudamericane o americane, nonché spagnole come Santander, che hanno seminato sportelli in ogni strada, rimanendo in grandi difficoltà per problemi di prelievo ed altro, o impossibilitato ad acquistare immobili o beni di alto valore senza un appoggio italiano. Senza il possesso di visto risulta assai complessa la procedura di invio del denaro per una transazione, dovendo l’acquirente inviarlo direttamente al venditore prima della conclusione del contratto, senza alcuna garanzia, e rimanendo la somma bloccata fino all’intervento liberatorio del Banco do Brasil. «Da un anno e mezzo abbiamo avviato con la Banca centrale brasiliana la procedura per ottenere l’autorizzazione a riprendere l’attività operativa, che potrebbe iniziare entro la metà dell’anno prossimo–ha spiegato Fanin–. Si tratterà di una banca Corporate che offrirà ai nostri clienti finanziamenti anche in valuta locale, garanzie, operazioni in cambi e derivati». Il capitale iniziale sarà di 200 milioni di reais, controllato dalla sede di Torino, che avrà il 99 per cento delle azioni della sussidiaria. Il nome di Marco Fracchia è stato fatto per l’incarico direzionale. Aggiunge Fanin: «Il Paese ha un rating soddisfacente e anche per il sistema bancario ci sono interessanti spazi di crescita. La qualità generale del credito, inoltre, non suscita particolari allarmi, dal momento che la media delle sofferenze non supera il 3,5 per cento. L’obiettivo è collaborare con le aziende italiane che operano in costruzioni, infrastrutture, impiantistica, macchinari per l’edilizia, attrezzature sportive e alberghiere, trasporti, energy, oil e gas». Sarà più semplice per gli investitori italiani l’attività in Brasile, ad oggi complicata dalle difficoltà burocratiche presenti nel nostro Paese, non indifferenti anche lì.
Specchio Economico, Settembre 2013
(web www.specchioeconomico.com)