Reduce dal vertice Brics russo, la presidentessa brasiliana Dilma Rousseff è in Italia, cogliendo l’occasione, oltre che per una visita all’Expo di Milano 2015, per incontri istituzionali con il premier Matteo Renzi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente dell’Agenzia per l’agricoltura e l’alimentazione delle Nazioni Unite (Fao), il connazionale José Graziano. Con i primi due ha colloquiato di temi ancora non resi pubblici, salvo che per alcuni commenti dello stesso Renzi relativi all’incontro del 10 luglio.
Come sottolinea il quotidiano “Jornal do Brasil”, è questo per la presidentessa il primo viaggio in Italia da quando il governo italiano ha autorizzato l’estradizione dell’ex dirigente del Banco do Brasil Henrique Pizzolato, condannato in Brasile per corruzione. Secondo fonti citate dalla stampa brasiliana, la presidente e i suoi interlocutori hanno discusso la questione dell’estradizione, che dovrebbe scattare a settembre.
Dal canto nostro, Renzi ha riferito di aver parlato con la presidentessa del “settore della Giustizia”, e di aver colloquiato anche sulla questione del terrorista italiano Battisti, dicendosi certo che il nuovo rapporto tra Brasile e Italia aiuterà a risolvere “casi difficili”, ed elogiando la cooperazione bilaterale in settori, come quelli accademico, culturale ed economico. Da parte sua, Rousseff ha invitato gli imprenditori italiani ad investire nel nuovo programma di sovvenzioni per il settore delle infrastrutture avviato dal governo federale, e ha promesso che il rapporto tra i due Paesi raggiungerà un livello ancora superiore rispetto a quello attuale. “Vogliamo rafforzare questo rapporto e garantire che si verifichino reali cambiamenti per portare la relazione bilaterale ad un livello superiore”. (Rif. Agenzia Nova).
Il 13 luglio la Rousseff, a quanto si apprende dall’agenzia Adnkronos, ha parlato di Battisti anche con Mattarella, in Quirinale. Prologo: Cesare Battisti, già membro del gruppo Proletari Armati per il Comunismo, è un terrorista italiano (o “ex” terrorista, sebbene non possa definirsi “ex” un omicida), che oggi vanta il “mestiere” di scrittore. Condannato in contumacia all’ergastolo per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso con altri, sostiene la propria innocenza avendo richiesto una soluzione di amnistia per le parti in conflitto nel periodo 1969-1990. Giustifica: erano gli anni di piombo, ossia quel periodo storico italiano tra gli anni 70 ed 80, in cui la dialettica politica sfociò in lotta armata ed atti di terrorismo (dal film “Anni di piombo”, del 1981, diretto da Margarethe von Trotta). Eterno latitante, dedito alla letteratura noir e autobiografica, la sua vita l’ha “scontata” prima in Messico e in Francia, dove ha lungamente beneficiato della dottrina Mitterrand (10 novembre 1982: «La Francia prenderà in considerazione la possibilità di estradare cittadini di un Paese democratico autori di crimini inaccettabili, ma si riserva di non farlo nel caso di Paesi il cui sistema giudiziario non corrisponda all’idea che Parigi ha delle libertà») e dove è stato naturalizzato, provvedimento in seguito revocato.
È in Brasile dal 2004, dove è stato arrestato nel 2007, detenuto a Brasilia fino al 9 giugno 2011. Ha scontato in totale circa sette anni di carcere. Si è sposato con Joice Lima, compagna brasiliana da diversi anni. Il 31 dicembre 2010 il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva annunciava il rifiuto dell’estradizione in Italia, concedendo il diritto d’asilo (https://www.riomabrasil.com/lula-a-roma-in-comune-con-marino/). Della questione veniva investita la Corte costituzionale brasiliana su sollecito della nuova presidente del Brasile, Dilma Rousseff, che l’8 giugno 2011 negò definitivamente l’estradizione, pur revocando lo status di rifugiato. Scarcerato dopo la sentenza fu scarcerato, Battisti è rimasto in libertà fino al 12 marzo 2015, giorno in cui è tratto in arresto dalle autorità brasiliane in seguito all’annullamento del permesso di soggiorno. ma è stato rilasciato quasi subito ed ha presentato ricorso. Secondo la legge brasiliana, i crimini commessi da Battisti sarebbero caduti in prescrizione nel 2013.
Contro l’estradizione, spesso contestando le circostanze del processo e quindi a favore di Battisti, si sono schierati molti intellettuali, come Gabriel García Márquez, Bernard-Henri Lévy, Valerio Evangelisti e, a titolo personale, alcuni esponenti sudamericani di Amnesty International. (Rif. https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Battisti_(1954)).
Già nel 2011, in una lettera a Giorgio Napolitano, la signora brasiliana aveva confermato la posizione del suo predecessore Lula e della magistratura brasiliana per il no all’estradizione dell’ex terrorista. (Romina Ciuffa)