RIOMA presenta
“Riflessioni di un Viaggiat(t)ore – Il Viaggio è nella Testa…” al TEATRO PATOLOGICO di Roma dal 18 MAGGIO all’8 GIUGNO 2014 (tutte le domeniche). Per la direzione artistica di Giuseppe Palazzo, in mediapartnership con RIOMA BRASIL www.riomabrasil.com & MUSIC IN www.musicin.eu
Il 50% dell’incasso andrà al sostegno delle attività di Teatroterapia del Teatro Patologico
PROGRAMMA
DOMENICA 18 MAGGIO
h 18.00 (ingresso gratuito) Presentazione del libro “AFRICANDO – Taccuino di viaggi africani” di Nicola Lo Re (Nuova Editrice Apulia)
L’Africa e le rotte del mitico Sahara, attraversate con spirito di viaggiatore puro. Un libro che rivela la profonda passione per il deserto. Una panoramica di viaggi spesso solitari e autonomi. Ampia galleria fotografica con racconti e anneddoti avventurosi.
“Il mio Africando racconta un’Africa che non c’è più ma proprio per questo ha a mio avviso un valore storico e il sapore di cose belle scomparse, la mutazione progressiva di un vasto territorio che si andava trasformando da Paradiso in Continente Perduto. Viaggiatori come me hanno semplicemente avuto la possibilità di conoscere quell’Africa che stava sparendo, per ricomparire forse un giorno in una luce diversa, ancora confusa, chiamata da alcuni Primavera.”
NICOLA LO RE. Nato a Martina Franca lascia la Puglia a 19 anni per studiare giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano. Dopo aver ricoperto gli incarichi di Direttore Commerciale della Moulinex Italia ed aver progettato e brevettato piccoli elettrodomestici come il grattugino Gratì Ariete o il passaverdura elettrico Passì, ha iniziato a percorrere le rotte sahariane, dal Sudan al Golfo di Guinea, attraverso la fantastica Algeria, il Niger, la Libia, il Mali, la Libia, Mauritania, Senegal, Guinea, Marocco, Tunisia, Egitto e Medio Oriente. I suoi viaggi di allora erano semplici ed autogestiti: una carta Michelin, qualche mappa militare dell’IGN (Istituto Geografico Nazionale) francese, un paio di bussole e tanto tempo a disposizione e amore per il deserto e i suoi abitanti.
h 19.30 Aperitivo mediterraneo (euro 5)
h 20.30 Concerto dei KERMESSE, la banda dei rifugiati (euro 10)
Presentazione del CD frutto del laboratorio musicale curato dall’associazione PRIME Italia e destinato a rifugiati di diversa nazionalità.
IL DISCO. Ad accompagnare i Kermesse sul palco è il musicista ed etnomusicologo calabrese Antonio Bevacqua, che con i ragazzi per tutta la durata del laboratorio ha cercato di costruire un percorso musicale condiviso, in cui ognuno potesse mettere qualcosa di proprio. Il risultato di un anno di prove è questo primo cd, “Kermesse”, 11 tracce di pura energia e un repertorio in continua evoluzione che spazia fra i confini senza limiti della musica popolare, dell’Africa come di tutto il mondo. Canzoni di pace e di guerra, testimonianze di uomini in fuga e di speranze tradite.
LA BAND. Rimanere indifferenti alla musica di Kermesse è un esercizio vano, prima che inutile, soprattutto di fronte ai membri della band, veri propri romanzi viventi, portatori in carne e ossa di storie incredibili e talenti universali. Come Zahidi, afgano e una timbrica sufi da far venire la pelle d’oca: aveva perso le tracce di suo figlio a Kabul quando aveva 11 anni e lo ha ritrovato per caso in fila alla mensa del centro Astalli 7 anni dopo. Nanou, invece, in Congo faceva la giornalista, si occupava di politica e per questo è stata costretta ad andarsene. In Italia, quando va bene, trova lavoro in qualche impresa di pulizie. Con la sua voce trascina tutta la band: “In effetti quando stavo in Africa facevo parte di un coro”, ammette scendendo dal palco, che per tutta l’esibizione sembra appartenerle da sempre. Anche Abdoulaye, proveniente dalla Costa D’Avorio, era un giornalista. Si occupava di sport per un giornale nazionale, uno dei più importanti del suo paese. Al nome di Gervinho, l’ala destra che gioca nella Roma, sorride.“È stato più fortunato di me. Col mio lavoro spesso lo seguivo quando giocava in Costa D’Avorio, era una stella”. Il sogno sarebbe ora poterlo intervistare anche in italiano e per questo si è iscritto all’universita. Nell’attesa ha imparato a scrivere canzoni. E a sentirsi un po’ di più italiano.
DOMENICA 25 MAGGIO
h 19.oo (ingresso gratuito) Spettacolo “Luoghi lontani, itinerari…altri. Sinfonie dal profondo”, monologo di Ezio Coppa, musiche di Nino Bianchi
EZIO COPPA. Inizia la propria attività teatrale negli anni 70 al Sud, attraverso una spettacolarità caratterizzata da forme di teatro popolare aperte a possibilità sperimentali e pubblica in AA.VV. una ricerca di antropologia culturale sul folklore carnevalesco «L’Illusione e la Maschera» Scauri, 1977, i cui reperti raccolti direttamente sul “campo” verranno successivamente teatralizzati. Passato in Roma, frequenta agli inizi degli anni ’80 l’Accademia Scharoff, diretta da Aldo Rendine, figura di primo piano nel panorama teatrale italiano, incentrata sul metodo Stanislavskij, assimilandone i canoni della reviviscenza e della immedesimazione. Suggestionato dalla scrittura scenica veramente originale di Leo de Beradinis, maestro dell’avanguardia teatrale italiana, (per l’uso del dialetto che acquistava nuove e sferzanti connotazioni semantiche, e per gli squarci lirici improvvisi) aderisce alla sua “Scuola viva di teatro” partecipando in ruoli di solista e coprotagonista allo spettacolo “Il cervello esploso” di Leo de Berardinis, andato in scena al Trianon Teatro di Roma, dal 18.01.1983 con repliche successive. Proseguendo l’attività di ricerca cura la trasposizione teatrale di “Memorie del sottosuolo” di Dostoevskij e de “La Metamorfosi” di Kafka, misurandosi al contempo con le intonazioni della poesia di Maiakovskij in vari appuntamenti scenici, senza tralasciare il genere “cabaret” e similari: “Fiori e … fiori” 1987 in locale off di Trastevere, e “Nevejorc” in evento pugliese 1978. Il 16 ottobre 2011 nella rassegna teatrale “I luoghi della memoria” svoltasi in Campania, alla XXIX edizione, ospiti nomi di notevole spessore culturale come Peppe Servillo ed altri, ha presentato, autore, regista e voce recitante, lo spettacolo “Assoli per Tonino, frammenti sparsi e citazioni” operando una contaminazione di stili, linguaggi e generi diversi. Il 7 dicembre 2012 presso l’Auditorium “Viva Musica” di Finocchio, Roma, ha presentato supportato da due musicisti, il suo ultimo lavoro “Luoghi lontani … itinerari altri”, monologo teatrale incentrato sul tema del viaggio interiore come itinerario dell’anima, replicato in data 8 gennaio 2013 presso Biblioteca Borghesiana ad apertura del nuovo anno di attività e successivamente il 18 maggio 2013 al Palazzo Orsini di Bomarzo ed il dicembre dello stesso anno a Barbarano Romano (VT) presso una chiesa sconsacrata. Anni addietro si esibisce in assolo presso la Biblioteca Comunale di Bracciano. Docente nei licei statali ha tenuto laboratori propedeutici finalizzati all’allestimento di lavori teatrali.
Dalla concretezza e verisimiglianza del viaggio a itinerari a ritroso nei territori dell’anima, passando per la presa di coscienza di una pienezza di vita. Chiara metafora di scandaglio interiore, di percorsi individuativi volti alla conoscenza del Sé, il tema del viaggio, non nuovo alle rappresentazioni teatrali, viene qui riproposto come risonanza intima di vissuti emozionali contrappuntati, a guisa di spartito musicale, da citazioni e frammenti espunti da un tesauro di figure e memorie emblematiche. Utilizzando un linguaggio aforistico-evocativo aperto alla dialogicità empatica nello spazio della fruibilità partecipata, la narrazione scenica si dipana attraverso contaminazioni semantiche e stilemi espressivi diversi. Imprescindibile e centrale appare pertanto il riferimento al viaggio per antonomasia, in ragione della sua costellazione mitica, quale nel Moby Dick di Melville, e alla sua ricca simbologia e polisemia di significati, nell’eterna lotta tra l’uomo e le forze oscure che lo agitano, come chiave di lettura di un monologo pregno di suggestioni psicologiche e domande di senso. Lavoro e struttura aperta quindi, riflette la disomogeneità speculare di stati di coscienza delineati nella forma di assoli e intonazioni, in una jam session affabulatoria che squarcia costrutti di tonalità e afferenze fonetiche offrendosi a significazioni plurime, come diversificate e plurime scorrono le singole esistenze.
h 20.oo Aperitivo mediterraneo (euro 5)
h 21.oo Concerto live (euro 10) Badara Seck & La Penc – musica tradizionale africana
Open Act: ANNA MANCINI – chitarra
BADARA SECK. Vocalist e autore senegalese proviene da una famiglia di griots, i cui membri sono poeti e cantori che svolgevano e svolgono funzioni centrali, tra cui l’importante ruolo di tramandare le ricche tradizioni orali, nelle società dell’Africa centro occidentale. Ha iniziato a cantare in giro per il mondo fin da giovanissimo partecipando ai più importanti festival internazionali. In Italia, dove sono numerose le sue apparizioni televisive nelle trasmissioni RAI, ha colla-borato con artisti del calibro di Ennio Morricone, Mauro Pagani, Paolo Fresu, Rita Marcotulli, Raiz, Stefano Di Battista, Ornella Vanoni, Pino Daniele, Fiorella Mannoia, Massimo Ranieri con cui ha realizzato l’album “Oggi e domani” che gli è valso il disco d’oro e di platino. È stato scelto come unico degno sostituto della grande Miriam Makeba per la voce solista della famosa “Messa Luba”.
Badara Seck fa parte della nuova generazione dei griots che hanno girato il mondo ma che non intendono rinunciare alla loro identità né a un ruolo attivo nelle trasformazioni dell’Africa e degli Africani: le sue canzoni e i suoi progetti musicali ne sono una testimo-nianza straordinaria.
DOMENICA 1 GIUGNO
h 19.oo “I cammini di Santiago”: riflessioni, fotografie, racconti e approfondimenti sull’antico pellegrinaggio al santuario di San Giacomo in Galizia
(ingresso gratuito)
a cura di JUAN FELIPE BERMEJO
(Istituto Cervantes Roma)
Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, presso cui ci sarebbe la tomba di Giacomo il Maggiore.
Arrivati a Finisterre, termine ultimo del pellegrinaggio, un tempo considerato il termine delle terre conosciute, è tradizione, fin dall’antichità, bruciare gli abiti del pellegrinaggio stesso e immergersi nell’oceano per un bagno purificatore. Le strade francesi e spagnole che compongono l’itinerario sono state dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Il 23 ottobre 1987 il Consiglio d’Europa ha riconosciuto l’importanza dei percorsi religiosi e culturali che attraversano l’Europa per giungere a Santiago de Compostela dichiarando la via di Santiago “itinerario culturale europeo” e finanziando adeguatamente tutte le iniziative per segnalare in modo conveniente “el camino de Santiago”.
JUAN FELIPE BERMEJO. Nato a Bilbao in Spagna nel 1973 J. F. Bermejo è professore di letteratura, traduttore, saggista, critico letterario e cinematografico. Dopo la laurea in Filologia Spagnola (Facoltà di Lettere e Filosofia) presso la “Universidad Autónoma” di Madrid ha iniziato giovanissimo ad insegnare lingua spagnola nelle più importanti università italiane tra cui “La Sapienza”, “ Roma Tre”, “LUISS” , Università “Cattolica del Sacro Cuore”.
È stato esaminatore ufficiale e presidente di Commissione agli esami D.E.L.E . È docente di lingua spagnola presso la FAO (Agenzia delle Nazioni Unite). Ha tradotto allo spagnolo il libro di poemi italiani “Legioni” di Antonio Sagredo, il libro ‘Formentera non esiste’ di Stefania Campanella, ed è il traduttore dei poeti italiani Sanguineti e Patrizia Cavalli. Autore del metodo di Lingua Spagnola per studenti taliani di Scuola Secondaria Mochila 1, 2, 3 (Santillana-ELI La Spiga, 2010).
Autore degli articoli su didattica delle lingue nella rivista della Consejería de Educación Cuadernos de Italia y Grecia. (Ambasciata di Spagna in Italia) è titolare dal 2013 della cattedra di lingua e letteratura spagnola presso il Liceo Linguistico “Niccolò Machiavelli” di Roma.
h 20.oo Aperitivo mediterraneo (euro 5)
h 21.oo Concerto (ingresso euro 10) ALFREDO PAIXÃO Trio feat. Roberto Gatto
Alfredo Paixao – Basso & Voce
Roberto Gatto – Batteria
Ettore Carucci – Pianoforte
PRODUZIONE ESECUTIVA: Alfonso Stagno
ALFREDO PAIXÃO. Bassista, Cantante e Compositore brasiliano (Rio De Janeiro) apprezzato a livello mondiale in ambito Jazz/Latin sia dal vivo sia in studio di registrazione. Suona il basso a sei corde con un approccio armonico e stilistico assolutamente personale e innovativo. Carioca di nascita ma di fatto cresciuto a Brasília, Paixão, proviene da una famiglia di musicisti e inizia a suonare a sette anni. Nel 1974, a soli 12 anni, si diploma in chitarra classica presso il conservatorio di Brasília, inserendosi subito nell’ambiente della musica popolare brasiliana e accompagnando per molti anni il padre, noto sassofonista. La musica nelle parole di Alfredo è a metà tra un fattore di sangue («sono nipote di Moacir Santos, uno dei più grandi maestri della musica popolare brasiliana, ed è con lui che ho imparato a leggere le note») e un fattore generazionale («la mia generazione ha sfornato i musicisti che oggi sono i più richiesti in assoluto nel panorama brasiliano, tutti miei carissimi amici d’infanzia, gente come: Lula Galvão, Marcos Brito, Jorge Helder, Nema Antunes, João Bani, André Vasconcelos, Cassia Eller, Renato Russo, Marcio Faraco, Rosa Passos con cui ho suonato per una vita». È negli Stati Uniti che Paixão approfondisce la sua formazione musicale e professionale («non ho mai contemplato opzioni lavorative diverse dalla musica») frequentando lezioni private da Bunny Brunnel e Mick Goodrick. Sempre negli Usa partecipa a diverse manifestazioni musicali al fianco di artisti come Justo Almario, Alex Acuna, Joe Heredia, Eddie del Barrio.
Dopo una parentesi in Francia, dove per oltre un anno suona nei più noti locali parigini come il Sunset ed il New Morning, alla fine del 1988 arriva in Italia, «l’ho fatto per la donna che sarebbe diventata mia moglie») suonando e collaborando al fianco di artisti del calibro di Tullio De Piscopo, Pino Daniele, Teresa de Sio, Giorgia, Paola Turci, Nino Bonocore, Laura Pausini, Fiorello, Fred Bongusto. Ricorda Paixao: «Ho avuto modo di lavorare con i migliori artisti italiani, gente che mi ha insegnato cose indescrivibili come la profondità e l’emozione».
Alcune menzioni ricevute:
3 Grammy Awards – per l’album ‘El Alma Al Aire’ della pop star spagnola Alejandro Sanz
1 Grammy Awards Latino – per l’album ‘Ciudad de las ideas’ della star del Flamenco Vicente Amigo.
6 Nomination al Grammy:
– Fernando Osorio (‘Con Palabras’ – Warner Latino)
– Ana Belen (‘Peces de ciudad’ – BMG Ariola Spain)
– Armando Manzanero (‘Duetos’ – Wea Latina)
– Alexandre Pires (‘Estrella Guia’ – BMG Latino, 2 nomination)
– Ketama (‘Dame la mano’ – Universal Spain).
Ha lavorato al fianco di alcuni dei maggiori produttori della scena attuale: Emanuele Ruffinengo, Humberto Gatica, Mick Glossop (Van Morrison), Bob Benozzo (Chambao, Ricky Martin), René Toledo (Shakera, Julio Iglesias), Sergio Gorge, Danilo Ballo, Sergio Bardotti (Vinicius De Moraes, Toquinho, Luis Bacalov..) ecc. La lista delle star Internazionali con le quali ha collaborato è ampia e varia, alcuni esempi: Lionel Ritchie, Liza Minelli, Dionne Warwick, Boy George, Laura Pausini, Pino Daniele, Ornella Vanoni, Henry Salvador ecc.. Sulla scena Jazz ha suonato assieme ad alcuni dei migliori musicisti dei nostri tempi: Mike Manieri, Don Grusin, Mick Goodrick, Bruce Forman, Jimmy Owens, Barney Willen, Manolo Badrena, Otmaro Ruiz, René Toledo (Arturo Sandoval), Vinnie Colaiuta, Horacio ‘El Negro’ Hernandez, Mitchell Forman, Billy Cobham, Greg Mathieson, Chiara Civello, Rosa Passos, Raphael Padilla, Gilson Peranzetta (Ivan Lins), Mino Cinelu, Peter Erskine, Bob Sheppard, Nina Pastori, Monte Cortés, Cheb Kaled, Ketama, Salif Keita.
ROBERTO GATTO. Nato a Roma il 6 ottobre 1958, il suo debutto professionale risale al 1975 con il Trio di Roma (Danilo Rea, Enzo Pietropaoli) e da allora ha suonato in tutta Europa e nel mondo con i suoi gruppi e a fianco di artisti internazionali. Oltre ad una ricerca timbrica raffinata e a una tecnica esecutiva perfetta, i gruppi a suo nome sono caratterizzati dal calore tipico della cultura Mediterranea; questo rende senza dubbio Roberto Gatto uno dei più interessanti batteristi e compositori in Europa e nel mondo. È sicuramente il più rinomato batterista Italiano all’estero e vanta importanti partnerships con artisti del mondo del jazz e non solo. Numerose sono le sue collaborazioni come sideman: Chet Baker, Freddy Hubbard, Lester Bowie, Gato Barbieri, Kenny Wheeler, Randy Brecker, Enrico Rava, Ivan Lins, Vince Mendoza, Kurt Rosenwinkel, Joey Calderazzo, Bob Berg, Steve Lacy, Johnny Griffin, George Coleman, Dave Liebman, Phil Woods, James Moody, Steve Grossman, Lee
Konitz, Barney Wilen, Ronnie Cuber, Sal Nastico, Michael Brecker, Jed Levy, George Garzone, Tony Scott, Paul Jeffrey, Bill Smith, Joe Lovano, Curtis Fuller, Kay Winding, Albert Mangeldorff, Cedar Walton, Tommy Flanagan, Kenny Kirkland, Stefano Bollani, Mal Waldron, Ben Sidran, Enrico Pieranunzi, Dave Kikosky, Franco D’Andrea, John Scofield, John Abercrombie, Billy Cobham, Bobby Hutcherson, Didier Lockwood, Richard Galliano, Christian Escoude, Joe Zawinul, Bireli Lagrene, Palle Danielsonn, Scott Colley, Eddie Gomez, Giovanni Tommaso, Paolo Damiani, Emmanuel Bex, Pat Metheny, Adam Rogers, Rita Marcotulli, Niels Henning Pedersen, Mark Turner, Lew Tabackin, Chris Potter, Mike Moreno, Dado Moroni.
Come leader ha registrato molti album: Notes, Fare, Luna, Jungle Three, Improvvisi, Sing Sing Sing, Roberto Gatto plays Rugantino, Deep, Traps, Gatto-Stefano Bollani Gershwin and more, A Tribute to Miles Davis Quintet, Omaggio al Progressive, The Music Next Door, Roberto Gatto Lysergic Band, Remebering Shelly.
Nel corso degli anni ha composto musica per il cinema, in particolare insieme a Maurizio Giammarco la colonna sonora di “Nudo di donna” per la regia di Nino Manfredi, e, in collaborazione con Battista Lena, le colonne sonore di “Mignon e Partita”, che ha ottenuto cinque David di Donatello, “Verso Sera” e “Il grande cocomero”, tutti diretti da Francesca Archibugi. Nel 1983 è stato eletto il primo batterista Italiano dal sondaggio della rivista mensile Fare Musica. Nel 1983 e nel 1987 con il gruppo Lingomania ha vinto il referendum Top Jazz della rivista Musica Jazz nella categoria miglior gruppo. Nel 1988, 1989, 1990 è stato al primo posto della categoria batteristi dei “vostri preferiti” di Guitar Club. Nel 2007, 2009 e 2010 è stato votato come il miglior batterista dal referendum Top Jazz della rivista Musica Jazz. Nel 1993 ha realizzato due video didattici “Batteria vol. 1 e 2″. E ‘stato il direttore artistico di Jazz in progress presso il Teatro dell’Angelo a Roma. Per oltre dodici anni ha insegnato batteria e musica d’insieme presso i seminari di Siena Jazz. Ha frequentato il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma e il Conservatorio de L’Aquila. È titolare della cattedra di batteria jazz al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma.
ETTORE CARUCCI. Pianista jazz e compositore, ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di quattro anni. Diplomatosi in pianoforte classico, ha avuto le sue prime esperienze artistiche nel 1989 con un’Orchestra Jazz “Taras Jazz Forum” e con un quintetto Jazz composto di veterani del jazz tarantino. Nel1993/94 ha frequentato il seminario di “Siena Jazz” e “Umbria Jazz” vincendo due borse di studio. Ha approfondito lo studio del Jazz con i Pianisti Danilo Rea, Ray Santisi, Paul Schmelling. Ha collaborato e suonato con: Tony Scott, Bob Mintzer, Rachel Gould, Sarah Jane Morris, Maria Pia De Vito, Kim Plainfield, Massimo Moriconi, Maurizio Giammarco, Marco Tamburini, Philip Catherine, Massimo Manzi, Marco Vaggi, Pietro Iodice, Carol Sudhalter, Stan Bielski, Myrna Lake, Maria Puga Lareo, Jed Levy, Joy Garrison, Eddy Palermo, Paolino Dalla Porta, Mario Raja, Pietro Tonolo, Cicci Santucci, Enzo Scoppa, Sonny Fortune, Lincol Goines, Andy Gravish, Paolo Fresu,Carlo Atti, Max Ionata, Aldo Vigorito, Ben Street, Adam Cruz, Ron Seguin, Tom Kennedy, Michael Rosen, John Arnold, Alfredo Paixao, Joyce Yuille, Marco Panascia, Javier Girotto, Robertinho De Paula, Robben Ford, Alan Farrington, Ellade Bandini, Mark Guiliana, Gianni Cazzola, Fabio Zeppetella, Dario Deidda, Roberto Gatto, Fabrizio Bosso, Tullio De Piscopo, Tiziana Ghiglioni, Marcello Rosa, Roberto Ottaviano, Manu Roche, Matt Demeritt, Carlo Bagnoli, Stefano Bagnoli, Marco Ricci, Anne Ducros, Gerry Bergonzi, Luca Bulgarelli, Nicola Angelucci, Eric Marienthal, Dennis Chambers, Christopher Thomas, Greg Hutchinson, Mike Moreno, Gege Telesforo, Orchestra della Magna Grecia, Jazz Studio Orchestra.
Vincitore della borsa di studio al “College of Music” di Boston, nel 2001 ha partecipato al Festival di “Umbria Jazz” con il trio del College of Music di Boston e nello stesso anno ha partecipato al Festival Jazz d’Orvieto con il Berklee Award Group in occasione del Festival Invernale d’Umbria Jazz. Nel 2005 ha suonato al Blue Note di Milano con Sonny Fortune. Nell’ aprile del 2007 è partito per New York suonando con alcuni musicisti newyorkesi. Attualmente è impegnato in vari progetti artistici propri e non, suonando in Italia e all’estero. È recentissima, inoltre, la sua collaborazione con Michael Rosen e Joyce Yuille nel nuovo progetto “Jam Jazzsoul Review”, con cui si è esibito al Blue Note di Milano per due volte, registrando il tutto esaurito.
Docente presso il “Saint Louis College Of Music” di Roma.
DOMENICA 8 Giugno
h 20.00 Aperitivo mediterraneo (euro 5)
h 21.00 Concerto (euro 10) FELICIDADE SUZY Show “AMO ROMA”, pianoforte Natalio Mangalavite
FELICIDADE SUZY. La cantante Felicidade Suzy è nata a Manaus, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana e si è stabilita sin da giovane a Rio de Janeiro. A meno di venti anni, è stata introdotta nella musica popolare brasiliana da Baden Powell, uno dei “padri” della “bossa nova” e uno dei più grandi chitarristi e compositori che il Bra-sile abbia mai avuto.
Felicidade Suzy è stata una dei pochi cantanti ad accompagnare l’esigente Baden, che, come osserva la sua biografia di recente pubblicata (“Violão vadio”), l’ha considera “la me-ravigliosa”. Nel 1990 si è esibita con lui a Rio de Janeiro, in “Un, deux, trois”, sotto la dire-zione di Ronaldo Boscoli.
Nel 1993, Felicidade Suzy acquisita visibilità sui media e vince il concorso nazionale per nuovi cantanti in onda su uno dei canali televisivi più seguiti del paese (TV Globo). Due canzoni da lei registrate sono diventate la sigla di alcune delle principali trasmissioni televisive brasiliane. Vale la pena di evidenziare la partecipazione speciale di Felicidade Suzy nel songbook Chico Buarque, grazie alla registrazione del brano “Vita”, e nel CD di Baden Powell, con la canzone “Ho parlato e detto,” (negli album di Baden Powell “Baden Powell and the musicians” e “A música brasileira deste século por seus autores e intérpretes”).
Felicidade Suzy ha al suo attivo finora, tre CD singoli: (1) “Felicidade Suzy” per l’etichetta Continental nel 1994, (2) “Chegou a hora” per la Polygram nel 1997, e (3) “O que vem a ser felicidade” con produzione indipendente. Sostiene dal 2004 il “Projeto Valores da Terra”. Partecipano nel suo ultimo CD arrangiatori e strumentisti, come, tra gli altri, Lincoln Oli-vetti, João Lyra, Cristóvão Bastos, Zé Canuto, Julinho Teixeira, André Neiva, Jakaré e Jurim Moreira. Grazie alla sua estensione vocale, la suggestiva bellezza della voce, la sua in-terpretazione e versatilità,
Felicidade Suzy include nel suo repertorio una vasta gamma di stili e ritmi presenti in quel “melting pot” di inventiva che è la musica popolare brasiliana: Bossa Nova , samba, samba-song, maglione, forró, roque e muitos e tanti altri generi che si insediano in Brasile o che si fondono con influenze locali, si uniscono a formare la ricchezza della musica popolare bra-siliana. Nell’arco della sua carriare ha presentato diversi spettacoli fra cui “Felicidade fe-stival Suzy” (2001), “Felicitade canta Stevie Wonder” (2002), esibizioni al Teatro Amazonas (2003), mostra speciale Labor Day e l’apertura di stagione di “Boi Bumba” (2004).
Il concerto di Baden Powell con la partecipazione di Felicidade Suzy è menzionato nel “di-zionario della musica brasiliana” come uno dei più bei concerti tenuti da Baden nella sua carriera.
NATALIO LUIS MANGALAVITE. Pianista e compositore argentino. Numerose sono state le sue collaborazioni con grandi della musica in sala di incisione e dal vivo. La sua raffinatezza e bravura è al servizio del jazz del tango e della musica colta. Natalio Luis Mangalavite, come lui stesso ama ricordare, è aperto a tutte le forme musicali. Giovanissimo decide di partire dall’Argentina per fare musica e, dopo alcuni anni passati in giro, tra il Sud America e l’Europa, arriva a Roma nel 1984, città dove tuttora vive. Qui l’incontro con grandi artisti come Ornella Vanoni, con la quale collabora come pianista e arrangiatore tuttora, e poi accanto a Fabio Concato nei tour teatrali e in studio di registra-zione. Javier Girotto sassofonista argentino, anche lui di Còrdoba con il quale crea alcuni progetti musicali incredibili. Con lui suona nel Tercero Mundo, formazione di Latin jazz di grande potenza, insieme a ‘El Negro’ Hernandez, Marco Siniscalco, Claudio Corvini, Sergio Quarta. Collabora anche con Gianni Savelli, Massimo Bottini, J. Arnold, Alfredo Paixao e tanti altri. Con il tempo Natalio ha sviluppato il suo modo personale di comunicare in musica e in collaborazione con il chitarrista Michele Ascolese registra ‘La vida es el arte del encuentro’ disco acustico dove il tango antico diventa moderno.
In collaborazione con Javier Girotto registra Colibri con grandi riferimenti alla musica folcloristica argentina. Insieme a Peppe Servillo degli Avion Travel e Javier Girotto incide il CD ‘L’amico di Còrdoba’ dove la musica argentina si fonde con i suoni del meridione di Italia. Sempre con Peppe Servillo e Javier Girotto, Natalio Mangalavite incide un nuovo al-bum intitolato Fútbol, pubblicato a febbraio 2009, che si ispira allo scrittore argentino Osvaldo Soriano e al suo modo di scrivere storie di calcio per parlare della vita stessa. Tredici brani originali che raccontano storie di sentimenti e del calcio giocato e tutto quello che lo rappresenta, campioni come Maradona e Pelé, lo spirito di squadra e l’assolo del fantasista, la vittoria e la sconfitta. I testi sono in italiano e in spagnolo.
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