a cura di ROMINA CIUFFA >
Anche su SPECCHIO ECONOMICO, Settembre 2013
Problema dazi nel settore del legno e dell’arredo: lievitati fino all’80 per cento i prezzi delle importazioni in Brasile a causa dei pesanti dazi che generano una difficoltà di accesso ad un mercato che, soprattutto nel «design furniture», ha visto raddoppiare le importazioni dal 2006 ad oggi, con la presenza a San Paolo di un vero e proprio design district formato dai più prestigiosi marchi italiani tra cui B&B Italia, Rimadesio, Minotti, Molteni&C, Arper, Moroso.
«Per aggirarli–ha specificato Carlo Mosca, avvocato managing partner dello studio trevisano Lexmill–si può delocalizzare, aprendo uno stabilimento in loco, e prestando attenzione al fatto che se la produzione non avviene totalmente in Brasile, ma viene parzialmente svolta in altri Paesi, la situazione si complica. Ricordo anche che la mera triangolazione di prodotti finiti risulta sanzionata pesantemente, anche sotto il profilo penale». A quanto segnalato dalla Federlegno, dal 2005 al 2011 le esportazioni di arredo made in Italy sono aumentate da 9 a 18,4 milioni (fonte Cosmit/FederlegnoArredo su dati Istat). A Treviso si parla ancora di Brasile con l’avvocato Rafael Domingos Faiardo Vanzella, dello studio legale Machado Meyer di San Paolo, che con Mosca e con l’altro avvocato Lexmill Greta Baggio hanno affrontato, in un incontro estivo, il tema delle più comuni forme societarie usate e consigliate per fare impresa in Brasile, dalla «Sociedade Limitada» (Ltda), forma societaria adatta alle aziende straniere che intendono operare in Brasile con agilità ed autonomia, alla «Sociedade Anonima» (S.A.), utilizzata per emettere azioni o quotarsi alla borsa valori, alla EIRELI, la società individuale di responsabilità limitata, riservata alle persone fisiche.
Specchio Economico, Settembre 2013
(web www.specchioeconomico.com)